DON PaoloScquizzato,“Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”

OMELIA 2a Domenica Tempo Ordinario. Anno A
«Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il
peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. 32Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”».(Gv 1, 29-34)


“Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” (v. 29).
Il peccato altro non è che un atto di amore che fallisce il suo bersaglio. Un amore impazzito, che amando a vuoto e avendo come oggetto il proprio io,  non è in grado di essere fecondo.
All’uomo, che in ogni momento rischia di implodere, di morire a causa di questo amore impazzito, qualcuno ha rivolto questa parola: ‘Ecco colui che può donarti la possibilità di un amore che centri finalmente il suo bersaglio’. La salvezza è proprio questo, possibilità di non amare a vuoto.
Abbiamo bisogno tutti di sentircelo dire.
A chi ha la morte in se stesso, a chi sta percependo che la propria vita scivoli nel nulla, è essenziale che qualcuno gli dica: guarda che la tua vita è salva! È recuperata. Sta venendo verso di te, dentro di te l’Amore stesso, che prende su di sé il tuo male, se ne fa carico, liberandoti da quel male che pareva avesse il devastante potere di distruggere tutto.

Stiamo attenti. Giovanni non ha detto: Ecco l’Agnello di Dio che toglierebbe il tuo peccato se tu…
L’amore non impone condizioni. Dio ci ama, ci recupera, ci ri-abilita all’esistenza per il fatto stesso che siamo figli amati. Non attende che siamo un po’ più buoni o ‘in grazia di Dio’, magari meritevoli del suo amore per venirci incontro e toglierci il male.
Sta ‘venendo verso di me’, proprio ora, un Amore che mi abbraccia così come sono, prendendo su di sé ciò che in questo momento mi sta provocando la morte: il mio male, la mia fragilità, il mio limite: perché l’amore fa dei limiti dell’altro luogo di comunione, occasione di abbraccio, di perdono e di festa.
È importante che qualcuno sia per noi questo indice puntato sul compimento del cuore. È importante che ci sia sempre nella nostra vita, magari proprio nei momenti in cui si fa più forte la debolezza, il fallimento, il male che ci attanaglia, una voce che indichi ‘il venire verso di noi quell’amore’ che può far rinascere.
Ma sarà anche importante diventare noi stessi per i fratelli smarriti indice indicate l’Amore, facendo sperimentare col nostro medesimo abbraccio, che il peccato, il limite, l’errore non è poi tutto.
Indicando la fonte dell’amore, impareremo parimenti a togliere l’indice da chi è caduto e a credere che l’altro è molto più grande del peccato commesso.
È vero, non possiamo togliere il peccato dell’altro, ma prenderlo su di noi sì. E questo si chiama perdono. Questo gesto farà male, perché ci porterà ad essere come ‘agnelli sgozzati’, sbranati come dai lupi, perché da che mondo è mondo l’agnello è sempre vittima del lupo, ma questa sarà l’unica modalità per sperimentare nella vita cos’è il paradiso apportatoci da Cristo: luogo dove finalmente «il lupo e l’agnello possono riposare insieme» (Is 11, 6). Proprio come il Cristo che si è fatto crocifiggere – agnello immolato – per poter venire incontro al delinquente sulla croce – a me inchiodato dal mio amore fallito – e dirmi: «rallegrati, perché oggi puoi stare con me in paradiso» (cfr. Lc 23, 43).

Fonte:https://www.paoloscquizzato.it

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