fra Damiano Angelucci, "Per chi risorge tutto è possibile!"

Commento al Vangelo della Veglia pasquale; 16 aprile 2017
Per chi risorge tutto è possibile!
TESTO (Mt 28,1-10) 

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono
a visitare la tomba.

Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.

L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».


COMMENTO

Tra le donne che avevano seguito Gesù fino al Calvario il nostro evangelista Matteo ne menziona tre: Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e una terza donna di cui non viene detto il nome ma che era, si dice, la madre dei figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni).

La cosa che mi colpisce è che dopo la morte di Gesù, davanti al sepolcro prestato da Giuseppe di Arimatea alla salma di Gesù ne manca una all’appello. L’evangelista ci dice che c’erano solo Maria di Magdala e l’altra Maria. Il particolare, lo ammetto, potrebbe essere di poca rilevanza, ma se penso a chi era quella madre, a quali sentimenti avevano agitato in precedenza il suo cuore, allora mi viene da pensare che anche in questo vuoto ci possa essere un messaggio, un annuncio in negativo che ci fa meglio apprezzare il fatto della resurrezione.

Questa mamma aveva chiesto a Gesù: «Di' che questi miei due figli siedano l'uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra, nel tuo regno». (Mt 20,21) E ad ella Gesù rispose: «Voi non sapete quello che chiedete…”
A partire da quella richiesta la sua assenza ha un significato: forse è l’assenza di chi non accetta la sconfitta, di chi cerca un destino di gloria a basso prezzo, facile e immediato, di chi fino all’ultimo ha aspettato il colpo di scena ai piedi della croce, e che di fronte al fatto evidente della morte, se ne va sconsolato. Forse per questo la madre dei figli di Zebedeo non è al sepolcro. La morte del Maestro a cui aveva chiesto di spartire il Regno tra i suoi due figli aveva chiuso ogni prospettiva e ogni interesse. Per lei la pietra tombale è irremovibile.

Il nome non ci viene detto, perché possiamo metterci il nostro. Ci siamo tutti, tutti, e tutte le volte che non abbiamo osato sperare e che in certe situazioni abbiamo detto: “basta, è tutto finito, non c’è più niente da fare!” Queste si che sono pietre tombali irremovibili! La pietra del sepolcro di Gesù è stata molto più leggera da rimuovere rispetto al peso delle nostre chiusure del cuore, agli ostacoli che noi frapponiamo all’azione della Grazia divina.
In questo giorno alziamo gli occhi del cuore. Per quel poco di fede nel salvatore Gesù che ancora abbiamo diciamo e gridiamo che a Lui “veramente tutto è possibile!”

Fonte:http://fradamiano.blogspot.it/

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