Don Paolo Zamengo, "Il mio cuore è uno specchio"

Il mio cuore è uno specchio   Gv 14, 15-21
Gesù lo chiama Paraclito, cioè colui che viene dall’alto, che è lo stesso Spirito di Dio che aleggiava
sulle acque nei giorni della creazione, che alimentò la fede di Abramo e protesse Mosè dal Faraone, che aiutò Israele ad attraversare il Maro Rosso ed entrare nella terra promessa. Che scelse re e profeti per il suo popolo.
Lo Spirito santo riempì Maria di Nazareth della sua grazia rendendo possibile l’incarnazione di Gesù. Questo Spirito venne donato agli apostoli la sera di Pasqua fino ad esplodere nell’esperienza della Pentecoste e renderà il loro cuore indomito e infiammato nel testimoniare che Gesù è il Signore.
Lo Spirito allargherà i confini della chiesa nascente e condurrà i discepoli fuori da Gerusalemme lanciandoli nei nuovi territori dell’evangelizzazione. Paolo e Barnaba riceveranno le direttive per inoltrarsi tra i non ebrei e lo Spirito abbatterà steccati e preclusioni facendo nascere nella chiesa cammini e orizzonti impensabili e impensati. E oggi questo stesso Spirito chiama e convoca anche noi per continuare a costruire, a seminare e a edificare il Regno di Dio.
Nella liturgia preghiamo così: “O Dio, tu hai mandato lo Spirito, effusione ardente della tua vita d'amore”. Lo Spirito è il debordare di un amore che dilaga e apre la strada verso il cuore dell'uomo.
Effusione ardente, mi piace questa definizione dello Spirito Santo. Lo Spirito porta in dono il fuoco nel cuore degli uomini, l'alta temperatura dell'anima. Lo Spirito mi fa parlare la lingua di Dio che è l'amore. La Parola di Dio diventa mia lingua, la mia passione, la mia vita, il mio fuoco, il mio cuore.
Lo Spirto mi insegna a vivere il presente come tempo di progettazioni, ci sollecita a sognare e ad attendere. Ci chiede di essere sentinelle di un sole non ancora sorto pienamente e a preparare lo zaino per nuove partenze e a scoprire nuovi sentieri. Lo Spirto ci invita ad uscire allo scoperto, prima di tutto da noi stessi, liberando il cuore da inutili zavorre.
La Pasqua ha fatto della primavera la stagione permanente della chiesa. A piene mani sono stati sparsi i germogli di eternità. Lo Spirito li diffonde nell’aria: li afferra chi ha cuore giovane e ricco di speranza.  Il poeta Quasimodo ci incanta in questa poesia dal titolo “Lo specchio”

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.      

Tante volte sembriamo morti come un tronco spoglio ma la primavera dona nuove gemme ed è vita. Noi siamo quella pozzanghera nella quale si riflette, per incanto, l’azzurro del cielo. È la forza dello Spirito. È il miracolo della Pasqua.
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