Don Paolo Zamengo," La paura non abita qui"

La paura non abita qui      Mt 10,26-33

La sofferenza attraversa la nostra vita e il dolore è l’altra faccia del giorno, come la notte è lo spazio
tra il tramonto e l’alba. Al calice del dolore beviamo tutti, buoni e cattivi. L’esperienza della persecuzione invece è riservata a pochi, solo ai giusti, ai giusti in quanto giusti. A provocare la persecuzione, e in certi casi il martirio, è l’esplicita testimonianza di fedeltà a Dio e alla sua parola.

Ieri come oggi la paura fa paura. L’evangelista Matteo lo sa e per ben tre volte nei pochi versetti del vangelo di oggi, ripete le parole di Gesù: “non abbiate paura”.  “Non abbiate paura degli uomini. E non abbiate paura di quelli che uccidono. Non abbiate paura: voi valete”.

L’evangelista Matteo ci ricorda che il coraggio nel tempo della prova non viene da noi, “il coraggio uno non se lo può dare” diceva don Abbondio, il coraggio viene dallo Spirito. Lo Spirito di Gesù annunciato e promesso è donato agli apostoli la sera di Pasqua, poi, sotto forma di lingue di fuoco nel giorno della Pentecoste, ha infuso definitivamente una energia sorprendente.

Per le sue parole, gli apostoli si sentono proiettati, sciolti dai vincoli della piccola e stretta Galilea, e lanciati definitivamente in tutto il mondo. Sono disposti non solo a regalare le loro barche ma anche la vita a Gesù. Incredibile! Cosa è successo? Cosa è successo nel cuore di questi uomini?

Le parole di Gesù avevano fatto breccia nel loro cuore. Si erano resi conto della forza inaudita di quella promessa.  “Sarò con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Chi, se non il figlio di Dio, poteva pronunciare quelle parole? Chi poteva rendere credibile quella promessa di eternità se non colui che aveva attraversato la morte?

E poi quelle parole così semplici, così trasparenti da sembrare perfino banali, avevano acquistato una forza sovrumana, capaci di smuovere le montagne e conquistare i loro cuori: “Voi valete più di molti passeri”.

I drammi personali e le tragedie del mondo portano spesso a chiederci se e quanto Dio si coinvolge nella nostra storia di uomini. Gesù ci risponde che nulla accade senza Dio anche se molte cose accadono contro il suo volere.  Dio c’è, Dio è sempre presente, si commuove, piange, partecipa, si china su ciascuno, intreccia la sua speranza, il suo respiro, la sua parola con quella di ogni uomo.

Quando i passeri continuano a cadere, gli innocenti a morire e i bambini a essere venduti, Gesù mi risponde di non avere paura. Anche di non avere paura se uccidono il mio corpo. Il corpo non è tutta la vita. Noi non siamo solo il nostro corpo.

È giusto voler salvare ciò in cui si crede, il cuore le emozioni, gli affetti, il nostro mondo e i nostri legami. Tutto ciò che è autenticamente umano è anche nel cuore di Dio. Per lui noi vivremo. La paura non abita più qui.

Può essere utile ascoltare la nostra paura per sentire fino a che punto ci stringiamo a Dio o provare lo scoraggiamento per fare l’esperienza della pace che Gesù ci dona o anche provare l’umiliazione delle nostre ripetute fragilità per riporre la nostra fiducia solo nella sua forza o confessare di essere disperatamente peccatori per avere il coraggio di abbandonarsi nella sua misericordia. E sentire il calore del suo abbraccio e sentirci dire: “Non avere paura, tu sei mio figlio”.

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