GIOVANNINI Attilio sdb, "Conoscere Dio."

11 giugno 2017 | 10a Domenica: Ss. Trinità - A | Omelia

Ss. Trinità: 
Conoscere Dio.

Parliamo di Dio. 

Dio... sì, ma adesso ho altro a cui pensare.
Dio, sì. Ma hai sentito quel guru indiano che spiega come assorbile l'energia cosmica... come
sviluppare i tuoi poteri mentali... come usare le erbe per rendere sempre buona la tua condizione psico-somatica? Hai mai provato la meditazione trascendentale?
Dio Padre Figlio Spirito Santo... Ah, sì, me lo dicevano al catechismo. Va beh...
Sapere veramente chi è Dio!
Bello, ma non è facile.
Per fortuna ce l'ha detto lui chi è. Per fortuna, prima che lo cercassimo noi, ci ha cercato lui e si è presentato.
All'inizio ha cominciato a farsi conoscere come il Dio dei Padri. Il Dio del clan, il nostro, il Dio vicino.
Più avanti ha mostrato di essere il Dio unico, il solo vero. E il creatore. Quindi il Dio vivente: il Dio di vita. E poi il Dio santo: il totalmente al di sopra e altro dal mondo (quindi non manipolabile).
Egli sovrasta infinitamente il mondo, eppure non è irraggiungibile, perché ci raggiunge lui con la sua Parola. Egli entra nella storia e parla con la storia, nel senso che gli avvenimenti che ci accadono ci fanno prendere coscienza di come lui agisce e come vede le cose.
Poi, infine, si presenta "di persona". Scende in mezzo a noi, affinché noi possiamo vederlo, sentirlo, toccarlo. Esce da se stesso per avvicinarsi a noi e attirarci a lui, riempirci di lui.
Ora, un Dio così rivela di essere in se stesso comunicazione, autodonazione, relazione. Ma non ci può essere comunicazione se non c'è uno che invia e uno che riceve, uno che dice e uno che ascolta. Detto alla maniera nostra, un Padre e un Figlio. Padre perché origine di tutto; Figlio perché ricezione di tutto.
Il Figlio però, sapendo che tutto riceve, tutto rimanda al Padre, senza del quale non è.
E questo mutuo donarsi che li costituisce nell'unità pur rimanendo distinti, scopriamo che è ancora Dio, a cui diamo nome Spirito.
Ecco, noi, nella nostra piccolezza, arriviamo a conoscere l'intima costituzione di Dio, perché siamo sussunti in lui, coinvolti nell'intimo del suo essere.
Ci fa da guida e modello Gesù di Nazaret, che ha vissuto per primo questa assunzione alla comunione divina. Seguendo lui arriviamo a immergerci in Dio.
Gesù è plasmato Figlio di Dio dallo Spirito di Dio. Visto da noi, egli è colui che ascolta la Parola del Padre e la attua totalmente. È colui che, per la forza dello Spirito, compie le opere del Padre: perdona, libera, guarisce, conferisce dignità e chiama a rispondere al Padre e a collaborare al Regno. È il Padre che in lui si rivela a noi.
Egli ancora, per la forza dello Spirito, passa attraverso la morte e ne fa non più la porta delle tenebre, ma della luce. E proprio in Gesù che muore e risorge noi vediamo chiaramente il Padre: egli è il Dio che non ci schiaccia per i nostri peccati, ma al contrario ci redime, non solo non imputandoci le nostre colpe (non vendicando l'uccisione di Gesù), ma elevandoci a partecipi della sua santità.

Dunque,
conoscere Gesù
ci attrae ad aprirci come lui al Padre
e a lasciarci come lui plasmare dallo Spirito,
in modo da essere come lui figli del Padre.
Seguendo Gesù possiamo sperimentare
il ricevere tutto dal Padre.
Ma questo non potrebbe esserci
se Dio non fosse appunto
Padre Figlio e Spirito.

Don Attilio GIOVANNINI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it

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