ORDINE DEI CARMELITANI, Lectio "La correzione fraterna in comunità "

Lectio:  Domenica, 10 Settembre, 2017
La correzione fraterna in comunità 
Preoccuparsi dei fratelli che si allontanano dalla comunità
Matteo 18,15-20
1. Orazione iniziale
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il
quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
2. Lettura
a) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Matteo 18,15-16: Correggere il fratello e ristabilire l’unità
Matteo 18,17: Chi non ascolta la comunità, si auto esclude
Matteo 18,18: La decisione presa sulla terra è accettata nel cielo
Matteo 18,19: La preghiera in comune per il fratello che esce dalla comunità
Matteo 18,20: La presenza di Gesù nella comunità
b) Chiave di lettura
- Il Vangelo di Matteo organizza le parole di Gesù in cinque grandi Sermoni o Discorsi. Ciò indica che verso la fine del primo secolo, epoca in cui si procedette alla redazione finale del Vangelo di Matteo, le comunità cristiane avevano già forme ben concrete di catechesi. I cinque Discorsi erano come cinque grandi saette che indicavano la rotta del cammino. Offrivano criteri concreti per istruire le persone ed aiutarle a risolvere i problemi. Il Sermone della Comunità (Mt 18,1-35), per esempio, presenta istruzioni su come deve essere la convivenza tra i membri della comunità, in modo che questa possa essere una rivelazione del Regno di Dio.
- In questa 23ª Domenica del Tempo Ordinario leggeremo e mediteremo la seconda parte del Sermone della Comunità e vedremo da vicino due aspetti: la correzione fraterna, come procedere in caso di conflitto tra i membri della comunità (18,15-18) e la preghiera in comune: come preoccuparsi di coloro che sono usciti dalla comunità (18,19-20).
Matteo 18,15-20c) Il testo:
15Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. 18In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
19In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
3. Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
a) Quale parte del testo ti ha colpito maggiormente? Perché?
b) Quali sono i consigli che Gesù ci dà per aiutare le persone a risolvere i problemi della comunità e riconciliarsi tra di loro?
c) Qual’è la esigenza fondamentale che emerge da questi consigli di Gesù?
d) In Mt 16,19, il potere di perdonare viene dato a Pietro; in Gv 20,23, questo stesso potere viene dato agli apostoli. Qui, il potere di perdonare viene dato alla comunità. La nostra comunità, come usa questo potere di perdonare che Gesù le conferisce?
e) Gesù ha detto: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Cosa significa questo per noi oggi?
5. Per coloro che desiderano approfondire maggiormente il testo
a) Contesto in cui il nostro testo appare nel Vangelo di Matteo:
Organizzando le parole di Gesù in cinque grandi sermoni o discorsi, il Vangelo di Matteo imita i cinque libri del Pentateuco e presenta la Buona Novella del Regno come una Nuova Legge. La liturgia di questa domenica ci confronta con la Nuova Legge che insegna sulla correzione fraterna all’interno della comunità e sul trattamento da dare a coloro che si escludono dalla vita comunitaria.
b) Commento del testo:
Matteo 18,15-16: Correggere il fratello e ricostruire l’unità.
Gesù traccia norme semplici e concrete per indicare come procedere in caso di conflitto in comunità. Se un fratello o una sorella peccano, cioè se hanno un comportamento in disaccordo con la vita della comunità, tu non devi denunciarli pubblicamente dinanzi alla comunità. Prima devi parlare da solo con loro. Cerca di sapere i motivi dell’agire dell’altro. Se non ottieni nessun risultato, convoca a due o tre persone della comunità per vedere se ottieni qualche risultato.
Matteo scrive il suo vangelo attorno agli anni 80 o 90, quasi alla fine del primo secolo, per le comunità dei giudei convertiti, provenienti dalla Galilea e dalla Siria. Se ricorda con tanta insistenza queste frasi di Gesù, è perché, di fatto, in quelle comunità c’era una grande divisione attorno all’accettazione di Gesù Messia. Molte famiglie erano divise e perseguitate dai loro stessi parenti che non accettavano Gesù, in veste di Messia (Mt 10,21.35-36).
Matteo 18,17: Chi non ascolta la comunità, si auto esclude
In caso estremo, esaurite tutte le possibilità, il caso del fratello reticente bisogna esporlo alla comunità. E se la persona non volesse ascoltare il consiglio della comunità, allora che sia da te considerata “come un pubblicano o un pagano”, cioè come una persona che non appartiene alla comunità, e tanto meno che vuole farne parte. Quindi non sei tu che stai escludendo, ma la persona stessa che si esclude dalla convivenza comunitaria.
Matteo 18,18: La decisione presa sulla terra è accettata nel cielo
In Mt 16,19, il potere di perdonare viene dato a Pietro; in Gv 20,23, questo stesso potere viene dato agli apostoli. Ora, in questo testo, il potere di perdonare viene dato alla comunità: “tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo”. Qui appare l’importanza della riconciliazione e l’enorme responsabilità della comunità nel suo modo di trattare i membri. Non scomunica la persona, ma semplicemente ratifica l’esclusione che la persona già aveva assunto pubblicamente uscendo dalla comunità.
Matteo 18,19: La preghiera in comune per il fratello che esce dalla comunità
Questa esclusione non significa che la persona sia abbandonata alla sua propria sorte. Anzi! Può stare separata dalla comunità, ma non starà separata da Dio. Per questo, se la conversazione in comunità non ha dato nessun risultato e se la persona non vuole più integrarsi nella vita della comunità, continuiamo ad avere l’obbligo di pregare insieme il Padre per ottenere la riconciliazione. E Gesù garantisce che il Padre ascolterà.
Matteo 18,20: La presenza di Gesù nella comunità
Il motivo della certezza di essere ascoltati é la promessa di Gesù: “Lì dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro!” Gesù dice che lui è il centro, l’asse della comunità e, come tale, insieme alla comunità prega il Padre, affinché conceda il dono del ritorno del fratello che si è escluso.
c) Approfondimento:
- La comunità come spazio alternativo di solidarietà e di fraternità:
Oggi, la società neo-liberale, segnata dal consumismo, è dura e senza cuore. Non è forte in essa l’accoglienza dei poveri, dei piccoli, degli stranieri, degli profughi. Il denaro non concede la misericordia. Anche la società dell’Impero Romano era dura e senza cuore, senza spazio per i piccoli. Loro cercavano un rifugio per il loro cuore, senza trovarlo. Anche le sinagoghe erano esigenti e non offrivano loro un luogo di riposo. Nelle comunità cristiane, c’erano persone che volevano introdurre il rigore dei farisei nell’osservanza della Legge. Portavano all’interno della convivenza fraterna gli stessi criteri ingiusti della società e della sinagoga. E così nelle comunità cominciavano ad emergere le stesse divisioni della società e della sinagoga tra giudei e non giudei, ricchi e poveri, dominati e sottomessi, parola e silenzio, uomo e donna, razza e religione. Ed invece di fare della comunità uno spazio di accoglienza, questa diveniva un luogo di condanna. Ricordando le parole di Gesù nel Discorso della Comunità, Matteo vuole illuminare il cammino dei cristiani, in modo che la comunità sia uno spazio alternativo di solidarietà e di fraternità. Deve essere una Buona Notizia per i poveri.
- La scomunica e l’esclusione dalla convivenza fraterna:
Gesù non vuole aumentare l’esclusione. Anzi, vuole favorire l’inclusione. Ha fatto questo tutta la sua vita: accogliere e reintegrare le persone che, in nome di un falso concetto di Dio, erano escluse dalla comunità. Ma certo lui non può impedire che una persona in disaccordo con la Buona Notizia del Regno, si rifiuti di appartenere alla comunità e si escluda da essa. Ciò che fecero alcuni farisei e dottori della legge. Ma pur così, la comunità deve comportarsi come il Padre della parabola del Figlio Prodigo. Deve mantenere nel cuore il fratello e pregare per lui, in modo che cambi idea e ritorni in comunità.
6. Preghiera: Salmo 32 (2-11)
 La confessione libera dal peccato
Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre gemevo tutto il giorno.
Giorno e notte pesava su di me la tua mano,
come per arsura d’estate inaridiva il mio vigore.
Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe»
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
Ti farò saggio, t’indicherò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio.
Non siate come il cavallo e come il mulo
privi d’intelligenza;
si piega la loro fierezza con morso e briglie,
se no, a te non si avvicinano.
Molti saranno i dolori dell’empio,
ma la grazia circonda chi confida nel Signore.
Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
7. Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

Fonte:http://ocarm.org/it

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